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La sostenibilità sostenibile

In Germania si calcola che ilm passaggio alla nuova mobilità alimentata dall’energia elettrica comporterà una perdita di 500 mila posti di lavoro, perché il motore elettrico, più efficiente e meno inquinante di quello a benzina, comporta meno lavoro di assemblaggio e di manutenzione ed un processo di costruzione più semplice. Lo stesso tema vale in generale per tutta la transizione al Green per la riduzione dell’impatto ambientale. Il passaggio produrrà nuova occupazione e renderà necessarie nuove competenze, ma il saldo tra posti di lavoro persi e i nuovi che verranno creati è secondo tutti gli analisti oggi negativo. La transizione, quindi, non sembra essere neutra, e va resa “sostenibile”. 

I tre pilastri della sostenibilità

La sostenibilità poggia su tre pilastri: quello ambientale, quello economico e quello sociale. Il grande tema del PNRR è come rendere socialmente accettabile e sostenibile la sostenibilità, l’insieme dei grandi cambiamenti digitali e orientati alla riduzione dell’impatto ambientale che investiranno sempre di più il nostro sistema economico. L’impatto della transizione costa anche al consumatore. Un pantalone tela jeans costa al pianeta circa 7 mila litri di acqua, ed ha un prezzo molto accessibile. Un paio di jeans “ecologici” a basso impatto ambientale costano mediamente 3 volte quello che costa un pantalone non ecologico. Lo stesso vale per tutti i beni di consumo. Difficile tenere assieme dinamiche così contrastanti: aumento dei costi dei prodotti, diminuzione dei posti di lavoro e polarizzazione degli stipendi. 

Cosa può fare un ente di formazione come Seneca in un quadro di questo genere?

Seneca fa formazione, lavora tra l’occupazione e la scuola, provando a costruire ponti tra due mondi che da sempre si parlano poco. Seneca pensa alla formazione come uno dei principali strumento di accesso al lavoro, e come ad uno strumento che dà accesso a lavoro dignitoso e alla cittadinanza attiva. Alla formazione oggi si chiede di creare persone “occupabili”, non occupazione. In altri termini si chiede di dare alle persone strumenti che le rendano in grado di lavorare e di essere appetibili per le aziende, sulla base delle offerte di lavoro che ci sono oggi, ma pensando anche a quello che ci sarà. La scuola e la formazione in questo possono camminare insieme: la scuola crea competenze e dà gli strumenti per apprendere. I percorsi formativi danno gli strumenti per entrare nel mondo del lavoro e, attraverso la formazione continua, per progettare percorsi e carriere durature nel tempo