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E-learning vs Dad
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Lo sviluppo è sostenibile quando garantisce benessere alle generazioni di oggi senza mettere in pericolo il futuro delle generazioni successive.

L’alleanza tra le generazioni, uno degli obiettivi dell’Agenda 2030, passa attraverso il sistema dell’educazione, che comprende istruzione e formazione, al quale si chiede oggi di costruire i cittadini del futuro e i lavoratori di domani. A chi oggi va a scuola oggi si devono dare le competenze necessarie per progettare le proprie carriere lavorative e gli strumenti per essere parte integrante della comunità. 

I giovani e il lavoro

L’Italia non sembra essere un paese per giovani. Il nostro paese sta invecchiando e offre sempre meno opportunità ai più giovani. Offre una scarsa mobilità sociale e poche opportunità lavorative coerenti con i percorsi formativi. I NEET in Italia sono un fenomeno sociale preoccupante. I giovani che non lavorano e non studiano sono il 30% della popolazione che ha meno di 30 anni, uno spreco di risorse paradossale: in un mondo del lavoro basato sulle conoscenze digitali sono proprio i nativi digitali a stare fuori.

Il mismatch delle competenze

In generale nel nostro paese permane uno scollamento evidente tra quello che si studia e le opportunità di lavoro offerte. Con la conseguenza che il mismatch delle competenze, la distanza tra le competenze acquisite e quelle che il mondo dell’impresa cerca,  rendono difficile per le persone trovare una occupazione e per le imprese trovare risorse da assumere. Lo stesso fenomeno del mismatch è uno dei principali responsabili del de-mansionamento o della sottoccupazione “intellettuale”, o ancora del livello salariale del lavoro femminile inferiore a quello dei collegi maschi 

L’orientamento è la prima delle politiche per il lavoro

Questo problema rinvia al tema dell’orientamento e del rapporto tra sistema della scuola e della formazione e mercato del lavoro. InItalia si presta poca attenzione si investe poco nei percorsi di orientamento scolastici e durante le differenti fasi delle carriere lavorative di quanto non si faccia in altri paese del’Europa. L’orientamento nel nostro Paese consiste si rivela poco efficace alla prova dei risultati, in particolare in un contesto che nel suo complesso non innova e non cresce, e non crea opportunità per chi un lavoro non lo ha ancora.

L’Italia è un paese manifatturiero con un tessuto di piccole e piccolissime imprese con scarse risorse da investire in formazione ed innovazione, che offre opportunità lavorative per competenze medio basse. A questo si aggiunge una scarsa mobilità nel mercato del lavoro, determinata da dinamiche demografiche e da un diritto del lavoro molto strutturato che scoraggia dinamiche di ricambio generazionale. Spesso la fuga dei cervelli è causata da queste dinamica ormai strutturali nel nostro paese.  

Le competenze sono un fattore decisivo per l’alleanza tra le generazioni

Il tema delle competenze oggi è centrale, ed affida alla scuola un ruolo che sarà sempre più determinante se avrà la capacità di adeguare al cambiamento in atto la sua capacità di educare e formare le nuove generazioni. Il lavoro non è finito, come alcuni studiosi hanno teorizzato, ma sicuramente è cambiato. Garantire l’accesso ad opportunità di lavoro dignitoso oggi è la grande sfida che attende il mondo dell’istruzione e della formazione e il sistema economico e produttivo del paese, cui serve innovare per continuare ad essere la quinta manifattura del mondo e la seconda in Europa. Solo una crescita del sistema nel suo complesso potrebbe garantire nuove opportunità e stimolare la richiesta di maggiori competenze, una nuova spinta alla mobilità sociale e una nuova alleanza tra generazioni attraverso una redistribuzione delle risorse generate dallo sviluppo e dall’innovazione.